martedì 15 gennaio 2013

I bambini della Ginestra






Maria Rosa Cutrufelli

Frassinelli 2012
€ 18,50




È il 1° maggio 1947. Migliaia di persone, contadini, lavoratori, paesani, provenienti dalle campagne e dai vicini centri abitati, si radunano a Portella della Ginestra per celebrare la festa del lavoro.
Siamo in provincia di Palermo e il pianoro di Portella si apre come un punto d’incontro naturale tra il monte Pizzuta e il monte Kumeta, a metà strada tra i comuni di Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e San Cipirello.
Ora l’Italia è una Repubblica e in Sicilia le prime elezioni regionali, svoltesi il 20 aprile, vedono la vittoria dei partiti della sinistra riuniti nel Blocco del popolo.
Dunque quel giorno a Portella scendono in tanti: uomini, donne, bambini, a piedi, in bicicletta, sui muli.
Ed è quella folla festante e inerme che Salvatore Giuliano ordina di massacrare dalle alture dei monti che circondano la spianata. Undici morti, ventisette feriti.
Tra gli spettatori della strage, muti e terrorizzati, due bambini, Lillo ed Enza. A lui i banditi uccidono il padre, lei li vede in faccia.
Chi aveva sparato da dietro le montagne e perché? Chi erano e in quanti erano?
I due ragazzi cresceranno condannati alla paura; la rabbia per l’ingiustizia, l’indifferenza, la menzogna che negli anni circonderà quella giornata li renderà duri come le pietre dalle quali partirono i colpi assassini.
Lillo va a stare a Roma, Enza rimane a Palermo, ma, anche da adulti, i bambini della Ginestra, rimangono uniti e divisi dallo stesso trauma. Per ritrovare la capacità di amare, di amarsi e di fidarsi, dovranno fare luce sul buio interiore che da quel primo maggio è calato dentro ciascuno di loro.
Un bel romanzo e un libro necessario per un Paese, il nostro, dove molte sono le morti sulle quali non si è appurata la verità e i cui responsabili non sono stati condannati.
marinella m.

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