domenica 23 ottobre 2011

La notte dell’uccisione del maiale




Magda Szabó


Anfora, 2011
€ 14,00



…Sognava il cortile, quanto lo sognava! Sapeva anche che sarebbe stato inverno quando ci sarebbe tornato, quella era la sua stagione; un tempo limpido, duro, scricchiolante. Avrebbe calpestato la neve, e le finestre della bottega sarebbero state congelate, amava il disegno dei cristalli che si formavano sul vetro. Ci sarebbe stata anche la luna, una luna seria, invernale. Doveva proprio essere inverno, perché allora sarebbe stata vera la luminosità che filtrava attraverso la porta della cucina, e vero l’entrare in cucina e riempirsi del luccichìo dei piatti, dei bicchieri, del fuoco. …


Romanzo scritto dalla Szabó negli anni Sessanta, nell’Ungheria del regime filosovietico che anni prima le aveva proibito di scrivere. Un campo di mine aperto, con tutti gli elementi che ho utilizzato nella mia carriera … Se preferite: Micene con la tomba aperta di Agamennone, dirà l’autrice.
Gli avvenimenti del romanzo accadono nella città di Debrecen, Ungheria dell’Est, dalle sei del pomeriggio del 15 dicembre, alla sera del 16 dicembre del 1955, il giorno del banchetto per l’uccisione del maiale.
In un giorno d’inverno due famiglie, i Tóth e i Kémery. I saponieri e la famiglia nobile decaduta. Divisi da un matrimonio – maledetto e infelice – tra il promettente primogenito dei Tóth, János, e la Kémery, Paula. Lui accusato di aver tradito le tradizioni familiari, lei forte sicura e calcolatrice. La scena si apre sulla loro vita matrimoniale, l’elemento scatenante.
Nonostante gli iniziali passaggi oscuri, il tenore drammatico è immediato. Su tutto l’odio e il disprezzo. Ogni capitolo è un personaggio diverso, presentato dal punto di vista di tutti gli altri, in un continuo cambio di dimensione spazio temporale. La prima complicata parte del romanzo porta a una seconda, magnifica. Dopo aver disseminato indizi sibillini, finalmente si scopre il segreto. Il velo di cecità della natura umana si alza. La tragedia si consuma, la morte. I personaggi si liberano, il freddo inverno cristallizza la riconciliazione.
Una storia dura, violenta. La Szabó è superba nel dare corpo all’incomunicabilità nella e della famiglia.
A.T.

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