mercoledì 16 febbraio 2011

Il filo del pensiero




Tessere, scrivere, pensare


Francesca Rigotti

Il Mulino, 2002
€ 11,50


Arianna, Aracne, Ananche, Atena sono le donne della mitologia che presiedono alla tessitura, che, dal suo elemento originario, il filo, al prodotto finito la tela, l’intreccio, la trama, è un’arte femminile e regale.
Il filo che queste creature hanno in mano e lavorano è quello dell’esistenza e del destino delle donne e degli uomini, con il quale esse danno un senso alla vita.
Arianna, figlia del re di Creta Minosse e di Pasife, figlia del sole, ardente di amore e di passione, dette a Teseo il filo per uscire dal labirinto. Aracne, fanciulla esperta nel lavoro della filatura e amante del suo lavoro, osò sfidare Atena, dea della tessitura, e da questa trasformata in ragno.
Ananche, il cui nome significa legame, è colei sulle cui ginocchia gira il fuso che fila il filo della vita ripreso e distribuito dalle Parche: Cloto, che aiuta a filare facendo girare il cerchio esterno del fuso con la mano destra, Atropo, che fa girare i cerchi interni con la mano sinistra, e Lachesi, che girare alternatamente l’uno e gli altri, con l’una e l’altra mano.
Mentre le donne con le loro mani filavano e tessevano, il filo, il ragno, la tela, il telaio, la stoffa, l’ordito, la trama, l’intreccio, sono diventati nella loro “veste” di metafore, il filo del pensiero, il filo spezzato del ragionamento, il filo della storia, il filo del racconto, la vestaglia del filosofo…
Forse è venuto il momento, conclude Francesca Rigotti, in cui Teseo restituisca il filo ad Arianna, e in cui Arianna non usa quel filo per impiccarsi bensì per uscire dal labirinto, insieme a Teseo, e per orientarsi con lui su altri sentieri.
Per parte mia ho avuto una nonna che filava e oggi mentre guardo la mamma che, seppure con le mani deformate dall’artrite, gugliata dopo gugliata, punto dopo punto, trasforma un pezzo di stoffa in un abito, penso di essere di fronte ad un accadimento magico.
Che ognuna trovi i suoi fili, li intrecci e tessa la tela della propria vita…
marinella m.

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