giovedì 14 gennaio 2010

La vita offesa


Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia, e vi trovarono pochi derelitti sopravvissuti all’orrore nazista. Il 27 gennaio è stato proclamato, con una risoluzione dell’ONU, giornata mondiale della memoria della shoah, e Auschwitz è diventato il luogo simbolo di questa immane tragedia che ha segnato il Novecento. Con l'avvicinarsi della ricorrenza della Giornata della memoria, proponiamo oggi e nei prossimi giorni alcuni titoli sulla shoah, l'antisemitismo, la deportazione. Altre segnalazioni sull'argomento sono raccolte sotto l'etichetta "memoria".

I libri di cui proponiamo oggi la lettura appartengono a due gruppi: uno di documentazione e ricerca sul lager come strumento di annientamento, uno di racconti di storie per restituire la vita, con gli unici strumenti possibili, la memoria e le parole, “ai sommersi” di cui narra Primo Levi.
Al primo gruppo appartengono Essere donne nei Lager a cura di Alessandra Chiappano (Giuntina 2009) e Le donne e la Shoah di Giovanna De Angelis (Avagliano 2007). Entrambe le autrici analizzano l’universo concentrazionario femminile: il primo tratta delle politiche, punite per il fare, il secondo delle ebree, punite per l’essere. La ricerca delle due studiose ricompone la storia, la geografia, i numeri dei lager nel Terzo Reich, con particolare attenzione alle prigioniere. Esse mettono in evidenza due aspetti che, come emerge dalle testimonianze delle sopravvissute, sono appartenuti più alle donne che agli uomini: l’umiliazione del corpo offeso e la capacità delle detenute di ritessere, in quell’inferno, legami di stampo quasi familiare.
Al secondo gruppo di libri appartiene Meglio non sapere di Titti Marrone (Laterza 2006), che narra le vicende delle sorelle Andra e Tatiana Bucci e del loro cuginetto Sergio De Simone. I tre bambini furono deportati ad Auschwitz con le loro mamme, Mira e Gisella. Andra e Tatiana, sopravvissute, furono riunite alla famiglia nel dicembre 1946. Insieme alla loro, Titti Marrone ricostruisce la vicenda del piccolo Sergio che, trasferito ne campo di Neuengamme, fu assassinato insieme agli altri 19 bambini usati come cavie dal “dottor” Kurt Heissmeyer e impiccati ad Amburgo nei sotterranei della scuola Bullenhuser Damm. Oggi, grazie all’impegno del giornalista tedesco Gunter Schwarber e alle famiglie delle piccole vittime, la scuola di Bullenhuser Damm è un memoriale, e ad Amburgo ci sono venti strade intitolate a ciascuno di quei bambini.
Tra i libri che, come quello della Marrone, riannodano i fili spezzati e dispersi di tante vite, segnaliamo Gli scomparsi di Daniel Mendelsohn (Neri Pozza 2007) e Il bambino senza nome di Mark Kurzem (Piemme 2009).
marinella m.

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