domenica 3 maggio 2009

Il dominio maschile


Pierre Bourdieu

Feltrinelli 2009

€ 8,00



…non è mai venuto meno in me lo stupore di fronte al fatto che l’ordine del mondo così com’è, con i suoi sensi unici o vietati, in senso proprio e figurato, i suoi obblighi e le sue sanzioni, venga più o meno rispettato, che non vi siano più sovversioni, delitti e “follie” … o, cosa ancora più sorprendente, al fatto che l’ordine stabilito, con i suoi rapporti di dominio, i suoi diritti e i suoi abusi, i suoi privilegi e le sue ingiustizie, si perpetui in fondo abbastanza facilmente, se si escludono alcuni accidenti storici, e che le condizioni d’esistenza più intollerabili possano tanto spesso apparire accettabili e persino naturali. E ho sempre visto nel dominio maschile, nel modo in cui viene imposto e subito, l’esempio per eccellenza di questa sottomissione paradossale, effetto di quella che chiamo la violenza simbolica, violenza dolce, insensibile, invisibile per le stesse vittime, che si esercita essenzialmente attraverso le vie puramente simboliche della comunicazione e della conoscenza o, più precisamente, della mis-conoscenza…

La differenza tra maschile e femminile non è qualcosa di naturale e immutabile: è il risultato di un “lavoro simbolico collettivo” finalizzato a naturalizzare una determinata organizzazione sociale e politica.
Partendo dall’osservazione della società dei berberi di Cabilia (Algeria) e avendo come guida la Virginia Woolf di Al faro, Pierre Bourdieu (1930-2002) dimostra la continuità della visione androcentrica del mondo nell’inconscio di uomini e donne e invita le femministe a spostare il fuoco della loro analisi dal “privato” a quelle “istanze superiori” – stato, chiesa, scuola – che sono responsabili del perpetuarsi della visione simbolica su cui si fonda il dominio maschile.
Un libro per riflettere e discutere.

a.bu.

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